Foto di Dino Gravano

CASTELVECCHIO DI ROCCA BARBENA

ALTITUDINE: 420 m. s.l.m.
ABITANTI: 136
www.comune.castelvecchio.sv.it
Il territorio comunale di Castelvecchio di Rocca Barbena si sviluppa nella media del torrente Neva, alle pendici meridionali della Rocca Barbena (1.142 m). È attraversato dall'Alta Via dei Monti Liguri.
I due valichi del Scravaion (820 m s.l.m.) e di San Bernardo (957 m s.l.m.), quest'ultimo ai confini amministrativi con Erli e Garessio (CN), permettono la comunicazione della valle del torrente Neva, rispettivamente, con la val Bormida e con l'alta val Tanaro.
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  • Pubblicato: 18 Dic 2014
  • Fonte: Youtube
Le origini del territorio castelvecchiese risalirebbero a un periodo intorno al I secolo[4] così come testimonierebbero i ritrovamenti d'epoca romana della cosiddetta "necropoli di Erli"[4], rinvenuti nella località di Cascina d'Aglio.
Il borgo fu anticamente un importante feudo dei marchesi di Clavesana[4], fondato e sviluppato da essi tra il XII e il XIII secolo[4]. Interessato nel 1287[4] da un assedio imposto dal marchese di Ceva Giorgio.
A partire dal XIV secolo[4] perse una sostanziosa importanza feudale a causa della fondazione del vicino feudo di Zuccarello che, eretto a sede di marchesato, inglobò tra i suoi territori pure il borgo di Castelvecchio. Con il matrimonio tra Enrico Del Carretto e Caterina Clavesana, figlia del marchese dei Clavesana Zuccarello, questo ramo dei Del Carretto acquisì la metà dei territori di Castelvecchio e di Zuccarello[5], e trasferì nel castello di Castelvecchio la residenza. Nel 1326[4], durante l'inizio del tentativo di Enrico di sottrarre il marchesato al legittimo marchese Federico I Clavesana (detto "il Bestiale)[6], qui venne trasferita la residenza marchionale. La questione restò però ufficialmente irrisolta sino al definitivo impossessamento delcarrettesco del marchesato clavesanico, con la fondazione del Marchesato di Zuccarello da parte di Carlo I Del Carretto nel 1397, marchesato del quale appunto Calstelvecchio di Rocca Barbena entrò a far parte sino all'estinzione dello stesso.
Tra il 1623 e il 1624[4] venne acquistato da Casa Savoia che lo assoggettarono nel ducato omonimo fino al 1672[4] quando, dopo un lungo assedio posto dalle truppe genovesi nel paese e presso il locale castello, lo stato piemontese fu costretto a cedere questa parte di territorio della val Neva alla Repubblica di Genova. Le dipendenze del feudo castelvecchiese furono così nuovamente legate alla giurisdizione della vicina Zuccarello[4].
Seguì pertanto le vicissitudini storiche del territorio zuccarellese e, tra gli eventi bellici di rilievo, è documentato nel corso del 1746[4] un assedio delle truppe austro-piemontesi, correlato ai fatti della guerra di successione austriaca, nell'intento di risollevare la popolazione contro la vigente dominazione repubblicana genovese. Quasi cinquant'anni dopo, nel novembre del 1795[4], pure il territorio castelvecchiese fu interessato dai fatti d'armi tra l'esercito francese e ancora le truppe austro-sarde nella battaglia di Loano.
Con la dominazione francese il territorio di Castelvecchio rientrò dal 2 dicembre 1797 nel Dipartimento del Letimbro, con capoluogo Savona, all'interno della Repubblica Ligure. Dal 28 aprile del 1798 fece parte del III cantone, capoluogo Zuccarello, della Giurisdizione di Centa e dal 1803 centro principale del V cantone delle Arene Candide nella Giurisdizione di Colombo. Nel 1804 aggrega la soppressa municipalità di Vecersio, quest'ultima istituita nel 1797. Annesso al Primo Impero francese dal 13 giugno 1805 al 1814 venne inserito nel Dipartimento di Montenotte.
Nel 1815 Castelvecchio fu inglobato nel Regno di Sardegna, così come stabilì il Congresso di Vienna del 1814, e successivamente nel Regno d'Italia dal 1861. Dal 1859 al 1926 il territorio fu compreso nel I mandamento di Albenga del circondario di Albenga facente parte della provincia di Genova; nel 1927 con la soppressione del circondario ingauno passò, per pochi mesi, nel circondario di Savona e, infine, sotto la neo costituita provincia di Savona. Nel 1863[7] assume la denominazione di Castelvecchio di Rocca Barbena.
Dal 1973 al 31 dicembre 2008 ha fatto parte della Comunità montana Ingauna e, con le nuove disposizioni della Legge Regionale n° 24 del 4 luglio 2008[8], fino al 2011 della Comunità montana Ponente Savonese.
- Chiesa parrocchiale di Nostra Signora Assunta. L'edificio si trova poco fuori dal borgo, nella parte bassa del paese, e il primo impianto risalirebbe al XV secolo così come dalla datazione dell'attiguo campanile e della lunetta affrescata sopra l'ingresso principale. A partire dal XVII secolo la chiesa fu oggetto di un rifacimento in stile barocco.
- Oratorio di Santa Maria Maddalena. Di probabile origine tardo medievale, l'edificio è un tutt'uno con gli altri della piazza in cui prospetta, differendo solo per il piccolo campanile a vela, d'aspetto barocco, e la lunetta trilobata sovrastante l'ingresso, su cui è dipinta l'immagine della Santa titolare. Di non grandi dimensioni, l'interno si presenta sobrio e curato, rifatto a partire dal XVII secolo nelle forme tipiche del barocco ligure; conserva alcune tele di scuola locale ed è ancora oggi sede di un'attiva confraternita.
- Santuario di Nostra Signora delle Grazie. Situato lungo la strada per il locale cimitero, anticamente la chiesetta era intitolata a san Bernardo (XVI secolo) e oggi si presenta con una struttura a forma di cuore preceduta da un piccolo portico.
- Chiesa parrocchiale di Nostra Signora della Neve, nella frazione di Vecersio.
Castello dei Clavesana. Eretto su un poggio sovrastante il borgo medievale di Castelvecchio, la primaria struttura quadrangolare con torri fu edificata dai marchesi di Clavesana nel corso dell'XI secolo[4]. Sede marchionale dei Del Carretto dal XIV secolo[4], venne duramente danneggiato dall'assedio dei soldati della Repubblica di Genova nel 1672[4]. Nel 1844[4] la proprietà sul castello passò alla famiglia Del Carretto del ramo di Balestrino, poi ai Malco nel 1879[4] e ai Del Conte dal 1997[4] che ne hanno curato un nuovo restauro. Dal maniero è particolarmente suggestiva la visuale sul borgo e sull'intera vallata.